

QUANDO L'ARTE SI FA TOCCARE
Ci sono incontri che cambiano la direzione di un cammino. Uno di questi è avvenuto durante una mostra di presepi, un uomo non vedente ha accarezzato le opere del maestro Antonio, lasciando che le sue mani ascoltassero ciò che gli occhi non potevano più vedere
Perché l’arte, quando la senti davvero, non ha bisogno di occhi.


GRAZIE PER AVERMI INSEGNATO A “VEDERE”
Questo progetto non avrebbe preso vita senza la sensibilità e l’ascolto della comunità dei non vedenti. Le loro storie, le loro emozioni e il loro modo unico di percepire il mondo hanno insegnato ad Antonio a guardare l’arte da una prospettiva nuova. Ogni incontro è stato una lezione di umanità, profondità e rispetto. Per questo, a chi ha condiviso con lui le proprie esperienze, va un grazie sincero, che resterà per sempre.
UN LINGUAGGIO CHE PARLA AL TATTO

Tutto è iniziato durante una mostra di presepi realizzati dal maestro Antonio D’Introno, quando un uomo non vedente ha toccato le opere e, gesto dopo gesto, le sue dita si sono riempite di ricordi. Quell’incontro ha acceso l’idea di trasformare l’arte in un’esperienza sensoriale, capace di restituire emozioni attraverso le forme e le texture.
Da lì è nato un percorso che ha coinvolto l’Associazione dei Non Vedenti di Corato-Ruvo-Terlizzi, dando vita a reinterpretazioni tridimensionali dei grandi capolavori. La Gioconda, ripensata per essere esplorata con le mani, permette di percepire la delicatezza rinascimentale, mentre L’Urlo di Munch rivela un’esplosione di tensione e movimento. Il Bacco di Caravaggio racconta la forza della luce barocca, e il volto di Dante diventa riconoscibile grazie ai suoi tratti decisi.
Ogni opera è diventata una finestra che si apre sul mondo, scolpita affinché chi non vede possa finalmente “guardare” attraverso il tatto e l’immaginazione.